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Perfetta unione
di profumi e sapori.

Perfetta unione di profumi e sapori.

Gli ingredienti migliori, lavorati da mani esperte.

Dalla tradizione all’aperitivo contemporaneo.

Amaro Santoni è un liquore di altissima qualità a base di 34 erbe, ispirato a una delle ricette più intime e personali di Gabriello Santoni, creata nel 1961. Un prodotto realizzato esclusivamente con l’infusione di ingredienti naturali. Un modo nuovo di bere che va oltre il classico concetto di amaro da dopocena e che incontra il gusto di una clientela internazionale. Il suo sapore è caratterizzato da note agrumate, dalla foglia di olivo, dal fiore d’iris e, soprattutto, dal rabarbaro.

34 Botanicals

Rabarbaro Cinese, Fiore d’iris, Foglia di olivo, Rosa, Fiori di sambuco, Ginseng, Pepe, Cardamomo, Noce moscata, Chiodi di garofano, Menta, Arancia dolce, Arancia amara, Cumino, Carciofo, Coriandolo, Melissa, Salvia, Angelica radice, Rosa canina, Tiglio, Assenzio romano, China, Lavanda, Karkade, Cassia, Galanga, Quassio, Centaurea, Genziana, Ginepro, Zenzero, Alloro, Finocchio selvatico.

Il rabarbaro, la storia nel nome.

Le vere origini del rheum palmatum sono prettamente asiatiche. Il rabarbaro è infatti originario degli altopiani e delle zone montagnose dell’Asia centrale, Caucaso, Siberia, Tibet, Mongolia e Cina, le cui popolazioni lo conoscevano e usavano già 2700 anni prima di Cristo. L’isolamento millenario della Cina ha portato il rabarbaro ad essere una pianta pressoché sconosciuta al mondo fino a quando, dalla metà del 1200, con Marco Polo, i traffici commerciali con l’oriente iniziarono ad avere una certa continuità. Ma è solamente nel 1500 che i medici – botanici europei, e italiani, hanno potuto osservare e letteralmente toccare con mano piante di rabarbaro. Ad esse sono state subito attribuite molteplici proprietà e applicazioni.

Dall’Asia all’Occidente

Le vere origini del rheum palmatum sono prettamente asiatiche. Il rabarbaro è infatti originario degli altopiani e delle zone montagnose dell’Asia centrale, Caucaso, Siberia, Tibet, Mongolia e Cina, le cui popolazioni lo conoscevano e usavano già 2700 anni prima di Cristo.
L’isolamento millenario della Cina ha portato il rabarbaro ad essere una pianta pressoché sconosciuta al mondo fino a quando, dalla metà del 1200, con Marco Polo, i traffici commerciali con l’oriente iniziarono ad avere una certa continuità.
Ma è solamente nel 1500 che i medici – botanici europei, e italiani, hanno potuto osservare e letteralmente toccare con mano piante di rabarbaro. Ad esse sono state subito attribuite molteplici proprietà e applicazioni.

Dalla medicina all’aperitivo.

Medici e speziali rinascimentali, riprendendo l’antica medicina cinese, hanno individuato nel rabarbaro, e in particolare nel suo rizoma, un valido alleato per contrastare i disturbi all’apparato digerente. Grazie alle sue proprietà digestive è utilizzato da secoli per depurare e stimolare fegato e intestino, oltre che come decongestionante e antisettico. Dal particolare sapore amarognolo, le coste e le radici del rabarbaro sono utilizzate principalmente per la preparazione di dolci e di liquori. Per le sue caratteristiche amaro-aromatiche, è stato negli anni associato all’aperitivo, in quanto stimolante della sensazione di fame e portatore di benefici alla digestione.